(Marco Grieco speaks about the musical)
"One spring day in 2003, I called Ciro
Caravano, of “Neri per Caso”, a very famous
Italian choral group, which has sold hundreds
of thousands of copies of their albums around
the world. He asked me if I had ever thought
about writing a musical, seeing that composing
came easily to me. The same day I spoke to
my brother, “the professor”, who gave me an
idea. Something that was a real challenge.
Something that had never been done as a musical
before: Homer’s “The Odyssey”. When my brother
said those mystical words to me, something
stirred within me. It was just what I had
been looking for, something that was going
to put my creativity to the test. An odyssey:
that is precisely what it is. In the space
of a few days, I reread the Odyssey while
my brother, an expert on the works of Homer,
began the long and meticulous process of summarising,
transcribing and putting the final touches
to the first cantos. And now... the Odyssey
is ready and unbelievable!!!" |
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L'Odissea di Omero diventa un Musical
Un assolato
giorno di primavera del 2003 chiamai Ciro
Caravano, il “grande” Ciro dei Neri per Caso,
sul cellulare. Parlammo, come spesso negli
anni era accaduto, di molte cose e facemmo
le solite considerazioni sulla crisi della
discografia italiana, sulla difficolta’ per
gli emergenti di “onorare” con i fatti il
loro appellativo ed... emergere, appunto.
Ricordo che
Ciro, a un certo punto, mi disse: “Marco,
tu che di creatività ne hai da vendere, hai
mai pensato di scrivere un Musical?”. Io,
lì per lì, pensai che sarebbe stato bello,
ma lo incasellai direttamente in quelle solite
attività che ognuno di noi pensa di fare un
giorno nella propria vita ma poi, in verità,
non saprebbe dire se le farà davvero mai.
Quella frase del mio amico Ciro rimase nella
mia testa come un tarlo e ricordo che da lì
a qualche giorno ne parlai con mio fratello
Massimo. In realtà cominciavo a pensare seriamente
di cimentarmi nell’avventura di scrivere un
musical... ma avrei voluto scegliere un soggetto
che fosse davvero una sfida, qualcosa di...
“mitico”.
Passò qualche
altro giorno e ricevetti una chiamata da mio
fratello. Ricordo ancora la sua voce timorosa
che mi diceva “Marco, io una idea per il musical
ce l’avrei... ma ho paura che tu ne riderai...
“. Ricordo che lo pregai di dirmi cosa aveva
pensato e, dopo diversi tentativi, finalmente
riuscì a dirmi: “io avrei pensato all’Odissea”.
Sentii una vera scossa. Era proprio l’idea
che stavo cercando. Grandiosa, difficile,
sfidante, qualcosa che mi avrebbe messo davvero
nelle condizioni di dare fondo alla mia creatività.
Una odissea, per l’appunto. Risposi a mio
fratello che l’idea mi piaceva da impazzire
e, tra l’altro non mi sembrava di aver mai
sentito notizie circa un allestimento in versione
“musical” della stupenda Odissea di Omero.
Nel giro di
pochi giorni rilessi il libro dell’Odissea,
mentre mio fratello, grande conoscitore dell’opera
di Omero, cominciava una lunga e meticolosa
opera di riduzione, trascrizione, ottimizzazione
dei primi canti. Nel giro di due settimane
scrissi le musiche e, con l’insostituibile
aiuto di mio fratello, i testi della “Partenza
di Telemaco”. Dopo pochi altri giorni composi
anche l’inizio del musical con le danze dei
Proci. La scrittura dei testi in collaborazione
con massimo sembrava essere un tutt’uno con
la creazione dei temi e delle armonie delle
musiche.
La cosa sembrava
funzionare. Richiamai Ciro che, incuriosito,
mi onorò della sua presenza. Ascoltò ciò che
avevamo realizzato e cominciò a darmi qualche
dritta preziosa. Nei mesi successivi mi gettai
appassionatamente nella composizione. In men
che non si dica avevamo completato il primo
dei tre atti in cui si divide il musical e
gia’ prima dell’estate eravamo a buon punto
sugli altri due successivi. Il musical, rigo
dopo rigo, nota dopo nota, si concretizzava...
Dopo
circa un anno e due mesi il primo musical
sull'Odissea di Omero era finito. Io e mio
fratello massimo aprimmo la Metaxa sette stelle
appositamente portata dall'ultimo viaggio
ad Itaca, nell'estate precedente e, seduti
in poltrona, ascoltammo per le successive
2 ore e 25 minuti, i 25 brani, suddivisi in
tre atti, che compongono l'opera.
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