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This is the "OdisseaTheMusical" Official Web Site ©2004 Sab, Guigno 2, 2007 6:19 PM!-- #BeginDate format:acAm1a -->Ven, Aprile 20, 2007 7:46 PM!-- #BeginDate format:acAm1a -->Ven, Aprile 20, 2007 4:21 PM-- #BeginDate format:acAm1a -->Mer, Gennaio 24, 2007 3:52 PM-- #BeginDate format:acAm1a -->Gio, Gennaio 27, 2005 6:24 PM © 2004

 

L'Odissea ci è stata donata all'alba del tempo quale esortazione per l'uomo, assieme all'Iliade, a perseguire valori positivi.
L'iliade, a ben guardare, altro non è che un reportage di guerra, ed in molti dei passi vi si può leggere un'esplicita condanna alla guerra stessa ed ai suoi epigoni. E' il poema di Achille. Ma Achille il guerriero dei guerrieri, persino nell'Iliade, il poema a lui dedicato, viene descritto come un personaggio prevalentemente negativo. Ed in tutte le vicende Omero non manca mai di sottolineare, con sottile ironia o con feroce condanna, la stupidità totale dell'impresa bellica, decisa in genere non dai guerrieri stessi, ma dalle mani degli Dei, sempre pronti a farsi beffe degli uomini. E si assiste alle vicende di Menelao, Agamennone, Ulisse, Achille, Nestore, Diomede, Aiace Telamonio ed Aiace Oileo, Ettore, Enea e di tutti gli altri, come ad una danza di foglie menate dai venti della follia.
Così come l'Iliade è il poema della guerra e la denuncia della sua stoltezza intrinseca, così l'Odissea è sembrata, alla nostra lettura, il poema della speranza dell'Uomo. Ulisse, prima ancora della guerra di Troia, a questa non intendeva partecipare. Egli era il più misero dei re Achei, ma aveva chiaro in mente il suo futuro. Un futuro nel quale si sarebbero stagliate, gigantesche, le ombre di Penelope e del figlio Telemaco. Ulisse aveva chiaro in mente come anche il più saldo dei regni non potesse sopravvivere al tempo ed all'ingordigia degli uomini. Si finge pazzo per non partire. Ma un vaticinio aveva predetto che sarebbe stato lui a risolvere l'annosa guerra di Troia.
Ed il ritorno.
L'uomo Ulisse viene tentato oltre ogni immaginazione. Gli vengono promessi onori e beni quali nessun mortale potrebbe sognare. Ma egli ha un unico punto cardinale dentro di sé. Circe, le Sirene, Calipso. Tutte sono la tentazione della mente e della vanità umane. Qualunque altro eroe Omerico avrebbe ceduto.
L'uomo Ulisse affronta nemici terribili: Polifemo e prima i Lestrigoni ed i Ciconi, Scilla e Cariddi. Altri avrebbero affrontato a viso aperto, impavidi, la morte certa. Non lui. Ulisse ha una mente. E questa è la sua arma migliore. Non ha la sicurezza tronfia di sé. quella sicurezza che perderà Agamennone e che farà impazzire Diomede. E' accorto. Si pone in discussione. Non affronta i proci a viso aperto. Ne disegna la morte lentamente. E' luomo nuovo. L'uomo che non è eroe per propria volontà, ma lo diventa quando la necessità l'impone. E quando la necessità l'impone diviene più devastante, più determinato e più feroce di qualunque altro monotono antico eroe.

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